Gli angeli sono liberi perché sanno, gli animali perché non sanno, in mezzo, restano i figli degli uomini, a lottare. se pur dovesse lottare per centomila anni e non riuscisse a mirare la beltà dell’Amico. non do-vrebbe attristarsi.
SOLO IO NON RIPOSO Asmara, 5 aprile 1955
ε δουσινδ ρ ωνκορυφα τεκα φα´ραγγε , πρ ον τεκα χα´ραδραι.
Quando alta nel cielo brilla la luna sorridendo nel pallido volto tutto è calmo e sereno nel mondo. Dolcemente cullato dal sonno si ristora ogni vivente dalle fatiche del giorno. Solo io sono desto solo io non riposo: un affanno opprime il mio cuore un travaglio mi nega il riposo.
DESIDERIO DI BELLEZZA Asmara, 5 luglio 1955
Fervore d’idee s’agita nel cuore desiderio di bellezza armonia perfezione.
NEL SILENZIO DELL’INFINITO Asmara, 28 settembre 1955
Vorrei affondare nel silenzio dell’infinito immergermi nelle acque limpide e pure del suo fiume perenne dove regna l’oblio delle cose del mondo dove tacciono alfine le passioni terrene dove sono spenti i fuochi più accesi dove tutto si perde nel nulla sublime.
DALL’AZZURRO DEL CIELO Asmara, 28 settembre 1955
Cancellarsi dal mondo come di giorno le stelle dall’azzurro del cielo.
IL SOLE RISPLENDE NEL CIELO Asmara, 11 novembre 1955
. ω α´νλιο , πα´ντατ`ααπ'α το φ τα.
Il sole risplende nel cielo la luce ne sgorga come acqua da fonte sorgiva e con la luce il calore e con il calore la vita.
Così Egli risplende nel tutto il bene s’irradia da Lui come la luce dal sole e con il bene l’amore e con l’amore la vita.
INCALZANO LE GENERAZIONI Asmara, dicembre 1955 Onde del mare che incessanti e diverse sulla riva si susseguono al sopravvenir della tempesta, nella vita incalzano le generazioni.
ANELO LA LUCE Asmara, dicembre 1955 Anelo la luce
IERI NEL SOLE ABBIAMO VISSUTO Asmara, 15 marzo 1956
Quando s’accendono le tremule stelle e la luce s’attenua e l’ombre s’allungano e sfumano nel crepuscolo bruno, sopravvengono ricordi e malinconie.
Nei giardini gli amanti allacciati sussurrano parole d’amore. Attorno le foglie spazzate dal vento ai loro passi bisbigliano in tenue fruscio:
– Oggi il vento ci disperde, ieri nel sole abbiamo vissuto. Oggi stiamo morendo come tutto nel mondo, ieri il sole ha brillato anche per noi.
LE LARGHE TUE SALE Asmara, 1° aprile 1956 Vita, sei tu bella? Delle bellezze tue ancora non ho alcuna goduta. Vita, sarai
sempre questa? È sogno e illusione ciò che nella mente illanguidita mi fingo?
Anche gli altri colgon le poche gioie che io colgo da te?
Generoso Signore, cosa di più mi potevi donare?
Io, stolto, ad altro di ciò che Tu vuoi volgo i pensieri e i desideri miei.
Non so usare i tuoi doni e le cose godere del mondo.
Vapori mortiferi folli pensieri sorgon nel petto e non so controllare quel cieco impulso quell’ingrato volere.
L’adolescenza tormentata, si dice, è preludio di giorni attivi e fecondi. Solo per questo t’accetto, mia vita, solo per questo sopporto il tuo morso.
Fra breve mi schiuderai le larghe tue sale: che siano ampie, dorate, lucenti, come le aspetto.
E LA LUCE Asmara, 17 giugno 1956 Sono solo nel buio che mi ravvolge, nel buio che mi raggela, nel buio che mi raggruma il sangue nel cuore di pietra.
E la luce quando scintilla è sempre troppa ai miei occhi e mi abbaglia e ricado nell’oscurità.
Sento una forza arcana nel cuore sorgermi come un seme che sta per schiudersi come uno stelo che lotta per innalzarsi fino alla luce.
Fluttua talvolta come alga il volere su acque di mare agitate da onde e correnti.
LA MIA VOCE RITORNA Sembel (Eritrea), 24 giugno 1956
Sento il dolore di una preghiera senza risposta. Invano cerco di schiudere il cuore invano invoco il suo nome. La mia voce ritorna respinta da inamovibile monte di ghiaccio.
At tu, Catulle, destinatus obdura.
Abituati è come è è come doveva pur se non è come volevi.
CADE ORA LA PIOGGIA Asmara, 25 giugno 1956
Cade ora la pioggia sulle speranze di una giornata di sole.
VORREI ABBANDONARMI AL SUO SOFFIO Asmara, 25 giugno 1956
Tu non avrai mai pace, se non rinunziando a te stesso e volgendoti verso di Me.
Vorrei abbandonarmi come i granelli di sabbia s’abbandonano al gioco dell’onde come le foglie degli alberi s’abbandonano alle volute del vento. Vorrei abbandonarmi al suo soffio mi condurrebbe alfine nelle plaghe della felicità.
Perché Tu. non puoi esser visto in nessun altro luogo che laddove l’impossibilità s’incontra con me e mi fronteggia.
COME FRAGILE TELA DI RAGNO Asmara, 26 giugno 1956 Spingi lo sguardo
nelle insondabili profondità della vita.
Se guardi avanti è buio è buio anche indietro.
La luce che ti legava alla felicità s’è spezzata come fragile tela di ragno.
NEL SUO ROSSO FUOCO Asmara, 2 luglio 1956
Il nero del cuore mio spiccava in un rosso fuoco.
il mio cuore nero nel rosso della sua passione
Cadi pioggia cadi dalle nuvole grigie cineree cadi sulla terra tutti t’aspettano anch’io t’aspetto.
Forse posso librarmi sopra l’amaro fango?
Forse posso volare sopra il vapore acceso?
Bramo la carezza che brucia l’abbraccio che avvinghia l’amore che avvampa. Il cuore mio schiuderò a chi questo mi saprà dare a chi saprà ardere l’anima mia o la mia carne.
E NEL PENSIERO MI DILAGO Asmara, 5 agosto 1956
Talvolta penso e nel pensiero mi dilago e del pensiero mi ricopro come un campo di erba come uno stelo del fiore.
NELLA SUBLIMITÀ DEL SILENZIO Asmara, 5 agosto 1956
Nella sublimità del silenzio l’anima mia si dilaga come la vista nell’oscurità.
PACE DELL’INFINITO Asmara, 8 agosto 1956
Pace dell’infinito pace di chi non è chi non è non soffre.
ILLUMINARMI DELLA TUA LUCE Asmara, 8 agosto 1956
Potessi trovarti. Ti cerco, non so dove sei. Ti amo, non so chi sei. Potessi svelarti di fronte allo sguardo come un sol che sorge e come il sol che sorge illuminarmi della tua luce.
Alle emozioni m’abbandono come un fuscello alla piena del fiume.
SARÒ LIBERO ANCORA Asmara, 12 agosto 1956 Azzurro cielo che dilaghi infinito dinanzi allo sguardo
Vorrei imprigionarti nelle pupille e qui tenerti per sempre
Vorrei librarmi nei tuoi sconfinati spazi per godere nel volo l’ebbrezza della libertà
Azzurro cielo aspettami sono ora in catene ma sarò libero ancora.
SOSPIRI D’AMORE Massaua, 3 dicembre 1956 Vento che spiri dal mare esalando gli odori dell’onde
Mi avvolgi nelle ampie tue braccia e mi sospingi lontano assieme alle foglie seccate dal sole
Il sole ha inaridito anche il mio cuore e l’ha chiuso alla gioia
MORBIDE VOCI DEL MARE Massaua, 3 dicembre 1956
A Massaua Cieli incantati trapunti di stelle
solcate da rondini in volo sul far della sera.
È PACE NEL MARE Massaua, 3 dicembre 1956
A Massaua È pace nel cielo azzurro e di perla.
È pace nell’isola verde fra le mangrovie adagiate in mezzo alle dune.
È pace nell’aria che lieve si muove sull’acque.
Pace sussurra la prima stella palpitando sull’orizzonte.
Pace mi dicono anche i gabbiani che dormono là sulla rena.
Malinconia mi rasserena il tuo ritorno. M’annuncia il prosciugarsi di passioni ingrate il rinverdirsi dei miei nuovi campi.
COME COMETE NEL CIELO Massaua, 13 dicembre 1956
A papà, mamma, Aurora e Giorgina Come comete nel cielo voi oggi brillate sul mio cammino. Vi ho compagni d’un breve viaggio ma presto vi perderò. Le nostre vite si divideranno gli affetti impallidiranno forse nemmeno il ricordo nei cuori più rimarrà.
A NULLA VALE IL MIO AFFETTO Massaua, 13 dicembre 1956
Una tenerezza struggente quando ti guardo colma il mio cuore un desiderio di allontanare da te quei dolori che certo la vita ti procurerà.
In un attimo soffro tutto quello che tu soffrirai. A nulla vale il mio affetto anche tu dovrai piangere come tutti nel mondo, sebbene il mio amore per te vorrebbe solo felicità.
FORSE SOLO ALLA FINE Massaua, 15 dicembre 1956
Forse solo alla fine potrò dire sono me stesso.
ποταµο σιτο σινα το σινµβα νουσιν
τερακα τεραδαταπιρρε .
Onde del mare tutto come voi nasce si muta si distrugge. Resta ben poco di ciò che fugge, poco facciamo di quel che non possiamo fare. Sfioriamo le vesti della felicità senza vederla. Un sorriso c’incanta ci accende s’allontana svanisce ogni passione. Oggi si crede di non poter dimenticare, domani perfino il ricordo si terrà lontano fonte di tristezza e di rimpianto.
COME CIECO NEL BUIO Asmara, 19 giugno 1957 Non s’arresta il fremito del cuore non si sazia la sua sete.
Sospiri di fuoco bruciano il petto estenuanti languori sciolgon le membra.
Sono cieco nel buio ma ho visto la luce e solo alla luce anelo.
Vertiginosamente cado nell’impotenza. Sprazzi di luce azzurra fluiscono mi lambiscono assopito in essi m’immergo e mi distendo. Poi sfuggono e feriscono il cuore. Mi tormentano i pruni e gli strali dell’impotenza.
SARAI TU PURE UN RICORDO Asmara, 19 giugno 1957
Sarai tu pure un ricordo confuso con altri ricordi la gioia che oggi mi dai diverrà piaga dolente sarò ancora solo.
Domani volerai via come in sogno di te rimarrà solo il ricordo. Svanirai a poco a poco dallo sguardo le forme dal cuore la sensazione di te. Sei apparsa m’hai sorriso poi sei svanita.
sonno inerme sonno ansioso sonno tormentante.
Nel sonno mi tradisco con quei pensieri folli che vorrei dimenticare.
l’angoscia mi stringe l’angoscia usata di quei pensieri folli
che vorrei dimenticare No, vorrei annientare.
NULLA SE NON DOLORE Asmara, 6 luglio 1957
LA MANO STANCA S’ABBANDONA Asmara, 6 luglio 1957 Inutile voler dire l’ineffabile
Piove acqua pura con rumor celeste pioggia purificatrice.
LA PACE D’UN SONNO SENZA SOGNI Asmara, 19 luglio 1957
παρθεν α, παρθεν α, πο µε λ ποισ’
ο κετι ξω πρ σ , ο κετι ξω.
Bambino godevo la pace d’un sonno senza sogni. Restavo in un porto sicuro baluardo al mio intimo cuore.
S’è allontanata ormai la dolcezza del riposo. Sospinto dall’ansia di sapere, e ancora che cosa non so, ho abbandonato il mio porto sicuro.
Ora cieco, brancolante percorro le strade del mondo. E non c’è via di ritorno.
COME QUANDO TU ERI Asmara, 4 agosto 1957
A lungo ho pensato cullandomi in sogni di follia.
Fuori la carezza del vento profumato di pioggia lontana ha liberato il mio cuore.
Come quando tu eri la gioia m’ha sfiorato.
SOGNO Asmara, 4 agosto 1957 E attorno a me danzarono gli Angeli e nel petto s’accese una luce divina e una fiamma m’avvolse fiamma d’Amore.
Il vento soffiava il sole splendeva sullo sguardo acceso e mi alzavo nel cielo e godevo della grazia del sole.
La gioia dilagava nel cuore il volto s’apriva al sorriso le mani erano forti.
Attesa lunga attesa eterna attesa nel dubbio nell’incertezza.
MA IL CUORE DA LUNGI SILENTE Asmara, settembre 1957
Proclamate a tutti i figli della certezza che nei reami della santità, nei pressi del celestiale paradiso, è apparso un nuovo giardino…
Ma il cuore da lungi silente sussurra dolci melodie e canti d’amore.
Come vento caldo mi hai ravvolto e ravvivato avvincendo il mio cuore.
Ero come estinto e Tu mi hai vivificato con l’acqua della vita.
Disciogliersi lento come del ghiaccio e delle nevi sui monti alla carezza di primavera tutto ora si scioglie.
Scorre acqua pura con rumor celeste balsamo vivificatore sulle dolorose piaghe d’insensate battaglie.
GIUNGO LE MANI ALLE TUE Asmara, gennaio 1958
…e conferisci a chi… [Tu] desideri l’onore di riconoscere il Tuo Più Antico Nome.
UN RAGGIO DELLA TUA LUCE Asmara, febbraio 1958
Un raggio della Tua luce è giunto fino al mio cuore e qui lo racchiudo.
Non sfuggirà pegno del Tuo amore risposta alle mie preghiere.
Qui rimarrà il Tuo raggio di luce per sempre.
NEL MIO CUORE PER SEMPRE Asmara, 14 marzo 1958
E vedranno la sua faccia e il suo nome sarà sopra le lor fronti.
Scrivi il Tuo Nome sulla mia fronte di neve
Incidi la Tua Parola vivente nel mio cuore
Nulla finalmente nulla oggi mi sento giunco piegato dal vento fuscello sballottato dall’onde nulla io sono nelle tue mani Signore.
NOTE 1 Jalálu’d-Dín Rúmí, Kullíyyát-i-Shams, yá Díván-i-kabír,
a cura di Badí‘u’z-Zamán Furúzánfar (Dánishgáh, Tehe-ran, 1336-46 A.H.), vol. II, ghazal 918, verso 9669 (tra-duzione italiana dell’autore).
La maggior parte delle poesie sono rimaste esattamente come sono state scritte nella data indicata. Alcune invece sono state rielaborate nella forma, non nella sostanza. Le epigrafi a p. 3 e 22 sono state aggiunte successivamente.
3 Bahá’u’lláh, Le Sette Valli e le Quattro Valli, trad. Ugo
R. Giachery (Comitato Bahá’í di Pubblicazione, Roma, 1949), p. 11, sostituito da: Le Sette Valli e le Quattro Val-li, 2a ed. riv. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1967), p. 17.
Alcmane, in Anthologia Lyrica Graeca, a cura di Erne-stus Diehl (Editio Altera, Lipsia, 1936), fr. 58; traduzio-ne italiana: «Dormono le cime dei monti | e le vallate in-torno, | i declivi e i burroni.» (Lirici greci, tradotti da Salvatore Quasimodo [Mondadori, Milano, 1951], p. 87).
Plotino, Enneadi, libro, II, trattato 3, par. 18, comma 20; traduzione italiana: «. finché ci sarà il sole, da esso irra-
dierà ogni splendore», in (Plotino, Enneadi, a cura di Giuseppe Faggin, 3a edizione [Rusconi, Milano, 1992], p. 231).
Gaio Valerio Catullo, Catulli veronensis liber, n. 8, verso 19; traduzione italiana: «Ma tu, Catullo, ostinato, resisti» in Catullo, Catulli Veronensis Carmina, traduzione di Salvatore Quasimodo [Edizioni di Uomo, Milano, 1945], p. **).
Vorrei abbandonarmi al suo soffio Bahá’u’lláh, Le Parole Celate, 2a ed. (Comitato Bahá’í di Traduzione e Pubblicazione, Roma, 1956), dal persiano, n. 8, p. 11, sostituito da Le Parole Celate, 6a ed. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1983), p. 21.
È pace nel mare A meno di un miglio a sud di Massaua si trova un iso-lotto madreporico coperto da una fitta vegetazione di mangrovie. È l’isola di Sheik Said, nota fra la gente del luogo come Isola Verde.
Hermann Diels e Walther Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker, 6a ed. (Weidmannsche Verlagsbuchha-andlung, Berlino, 1956), «Herakleitos», fr. 12; tradu-zione italiana: «A quelli che nei medesimi fiumi entra-no, altre ed altre acque affluiscono» (Eraclito, Raccol-ta dei frammenti e traduzione italiana di Ricardus Walzer [Sansoni, Firenze, 1939], p. 53).
La pace di un sonno senza sogni Saffo, in Anthologia Lyrica Graeca, a cura di Ernestus Diehl (Editio Altera, Lipsia, 1936), fr. 131; traduzione italiana: «“Fanciullezza, fanciullezza che mi lasci, do-ve vai?” | “Non tornerò più da te, mai più ritornerò”» (in Lirici greci, p. 45).
Questa poesia e le seguenti fino a «Nel mio cuore per sempre» sono state scritte nei giorni dell’incontro con Bahá’u’lláh e dell’ingresso nella comunità bahá’í.
Ma il cuore da lungi silente Bahá’u’lláh, Le Parole Celate (1956), dal persiano, n. 18, p. 36.
Scorre acqua pura Bahá’u’lláh, in Preghiere Bahá’í. Raccolta di preghiere rivelate da Bahá’u’lláh, dal Báb, e da ‘Abdu’l-Bahá (Comitato Bahá’í di Traduzione e Pubblicazione, Roma, 1951), p. 21, sostituito da: Preghiere Bahá’í. Selezione di preghiere rivelate da Bahá’u’lláh, dal Báb e da ‘Ab-du’l-Bahá (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1980), p. 13.
Giungo le mani alle tue Ivi (1951), p. 19.
Nel mio cuore per sempre Apocalisse XXII, 4 (Giovanni Diodati, 1603).
OBSERVATORIO CONO SUR DE DEFENSA Y FUERZAS INFORME SEMANAL URUGUAY N°146 Período del 15/05/04 al 21/05/04 1.- Actos en Conmemoración de la Batalla de las Piedras y Día del Ejército2.- Uruguay no comparte tesis de fuerza militar común del MERCOSUR3.- La Realidad del Sistema Nacional de Emergencias4.- Homenaje a Soldados muertos por la guerril a5.- Crónica sobre la zarpada del Buqu
DRAFT TEXT to be published in Organisational Systems: InternationalPerspectives on Research and Development, Berkeley, D. & Dikaiou, M. (Eds), Innovating social support. Examples and designs Centre for Innovation and Cooperative Technology1Organisations differ in many ways. Two extremes are especially interesting. Someorganisations are tyrannical. Their members are committed to strict rul