Microsoft word - che discepolo sei 1 parte giovedì 15-07-2019 pastore carlo rizzo - ok

Che discepolo sei?
Giovedì 14/07/2010 - pastore Carlo Rizzo
Introduzione:

Noi, in quanto chiesa, crediamo nel discepolato, cosi come il Signore ci ha
comandato.
Credo che sia indispensabile ubbidire ai Suoi ordini, perché tutto ciò che Lui
ci chiede di fare o di essere è solo per il nostro bene.
Il discepolato è il desiderio del nostro Padre celeste.
I discepoli sono pronti a rinunce, a sacrifici e ad impegni con amore e per
amore.


Vediamo un esempio nella scrittura.

C’è l’esempio di Eliseo, che ricevette dal profeta Elia la chiamata a divenire
suo discepolo mentre arava il suo terreno.
Elia gli passò vicino e gli gettò addosso il suo mantello.
Eliseo comprese prontamente che quel gesto aveva il significato di una
chiamata e senza perdere tempo salutò i suoi genitori.

prese un paio di buoi e li offrì in sacrificio; con gli attrezzi dei buoi ne fece
cuocere la carne e la diede alla gente, che la mangiò. Poi si levò, seguì Elia
e si mise al suo servizio.

Testo Base.
(1Re 19:19-21).
Eliseo obbedì, senza esitare, alla chiamata, egli si sbarazzò degli attrezzi del
suo mestiere di contadino per mettersi al completo servizio di Elia.
Eliseo, che lo seguiva sempre, si trovò sul posto quando Elia venne rapito in
cielo; egli lo vide nell’attimo in cui fu preso su carri di fuoco e portato in
alto, e come premio della sua fedeltà ricevette il doppio dell’unzione di Elia;
Eliseo scorreva nei doni dello Spirito ed i miracoli avvenuti per suo tramite
furono il doppio di quelli di Elia.

Ancor oggi il Signore riversa unzione fresca, tutti i giorni, a tutti coloro
che Lo servono con cuore integro.

Caratteristiche ben diverse aveva il servo di Eliseo, Gheazi.
Quando il Siro Naaman, guarito dalla lebbra, voleva sdebitarsi con Eliseo e
questi rifiutò ogni offerta (la guarigione divina non si può comprare),
Gheazi invece pensò di approfittare di quell’occasione.

2Re 5:20
Ma Gheazi, servo di Eliseo, uomo di DIO, disse fra sé: «Ecco, il
mio signore ha usato troppa gentilezza con Naaman, questo Siro, non accettando dalla sua mano ciò che egli aveva portato; com'è vero che l'Eterno vive, gli correrò dietro e prenderò da lui qualcosa». Per sua sventura, Eliseo conobbe l’accaduto per rivelazione divina e quando il servo Gheazi rientrò a casa lo interrogò su ciò che aveva fatto e davanti alle sue menzogne gli disse:
2Re 5:27
La lebbra di Naaman si attaccherà perciò a te e alla tua
discendenza per sempre». Così Ghehazi uscì dalla presenza di Eliseo
tutto lebbroso, bianco come la neve.

Sia Eliseo che Gheazi erano stati al servizio di grandi uomini di Dio, ma i
loro cuori erano tanto diversi!
Gheazi serviva Eliseo per ricevere qualcosa in cambio, egli aveva la
stessa attitudine di chi frequenta la chiesa solo per ricevere qualcosa dal
Signore, mentre il vero discepolo non si serve di Dio, bensì Lo serve.
Il vero discepolo non cerca la Sua mano, ma il Suo volto, non vive nella
disubbidienza, piuttosto cerca di piacerGli.
Ed anche se la crescita spirituale non avviene istantaneamente, è
necessario avviarsi in questo processo per consentire a Gesù di operare
nella propria vita, ed allora avverrà ciò che avvenne a Pietro:
Gesù gli disse che il suo nome era Cefa e non più Simone (che significa
canna dimenata dal vento
), profeticamente voleva dirgli che non
sarebbe stato più mutevole come una canna, ma stabile come un sasso.
Se Glielo permettiamo Gesù cambierà anche noi!

La domanda di Gesù: «Volete andarvene anche voi?», è rivolta a ciascuno
di noi, e se non ci sentiamo all’altezza di essere dei veri discepoli, non
scoraggiamoci, pensiamo a Pietro ed alle sue debolezze.
Pensiamo che con Gesù tutto diventa possibile perché quando Egli entra
nella nostra vita ha la potenza di cambiarla totalmente; nel contempo noi
dobbiamo disporci con lealtà e semplicità di cuore all’ubbidienza per
poter risponderGli come fece Pietro:
Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Prendiamo la santa decisione di essere veri discepoli del Signore,
sottomettiamoci alla Sua volontà, discipliniamoci nella lettura della Bibbia
e nella preghiera, riflettiamo sul fatto che chi non ha Cristo non ha nulla,
perché il mondo non offre nulla di buono e dedichiamoci a Lui
incessantemente, non soltanto la domenica, confidando pienamente
nell’adempimento delle Sue promesse, una delle quali dice:
colui che ha cominciato un'opera buona in voi, la porterà a compimento
fino al giorno di Cristo Gesù
(Filippesi 1:6).

Source: http://www.cristonostrafortezza.it/messaggi%202010/Che%20discepolo%20sei%201%20parte.pdf

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